Finché non saremo tutti uguali
"Il nostro viaggio non sarà finito fino a quando i nostri fratelli e le nostre sorelle gay non saranno trattati come qualsiasi altra persona dalla legge: perché se siamo davvero creati tutti uguali, allora anche l’amore che proviamo verso gli altri deve essere uguale……”
Questo uno dei punti più importanti toccati da Barack Obama, durante il suo discorso di insediamento per il secondo mandato come Presidente degli Stati Uniti d’America.
Vorrei che anche in Italia, ci fosse un Obama. Un politico, uno Stato, capace di dire le cose come stanno. Cioè che siamo nel 2013, che la realtà nella quale viviamo è varia: ci sono uomini donne e bambini di ogni razza religione e colore, ci sono le coppie etero, ci sono le coppie di fatto e ci sono le coppie omosessuali. Bene. Perché si finge che questa non sia la realtà? Perché ci si incaponisce con discorsi ed atteggiamenti retrogradi e antichi? Solo perché in Italia c’è il Vaticano ed i cattolici non potrebbero accettare tutto ciò? Mi spiace, non ci credo. Sono convinta che molti sacerdoti siano più intelligenti,aperti e obiettivi di quanto si voglia pensare o si dica. Io sono cattolica, cristiana, ho fatto l’asilo e le elementari dalle suore, ho fatto tutti i sacramenti, ma ho anche avuto due genitori che mi hanno sempre insegnato il concetto di libertà, e soprattutto l’importanza del conoscere le persone prima di giudicarle. Perché devo interessarmi alla vita sessuale di qualcuno? Perché devo giudicare o valutare una coppia in base a cosa fa dentro le quattro mura? Gli altri giudicano me nello stesso modo? Oppure no, perché io sono eterosessuale e quindi “normale”?Cosa è normale? Quello che fa la maggioranza?Io da sempre sostengo che l’amore è amore. Quindi se due persone di sessi diversi o dello stesso sesso si amano, chi sono io per contestare questa unione? Quale diritto ho io di dire che non sono normali? Mi spiace non ci sto. Credo che i diritti che ho io nella società in quanto etero, sposata, e oggi vedova,debbano essere gli stessi di una coppia convivente (qualsiasi sia il sesso delle persone che compongono la coppia) che fanno parte della mia stessa società.
Vi racconto un aneddoto personale: conosco L. circa 20 anni fa, i miei ne hanno sempre sentito parlare, perché faceva parte della mia compagnia di amici. L. è fidanzato da molti anni. Un sabato di Maggio di alcuni anni fa, io ero al mare con la mia famiglia. L&V passano a trovarmi, per salutarmi e fare due chiacchiere. Ricordo ancora, la naturalezza con cui mio padre li ha salutati,pur non avendoli mai conosciuti prima di persona, ma solo dai miei racconti. Erano i miei amici, non due omosessuali. E’ chiaro cosa voglio dire? Al mio babbo che fossero due uomini che stavano insieme non gliene fregava niente, erano due amici di sua figlia, due bravi ragazzi, per bene, simpatici e carini.
In tutti questi anni che faccio la wedding planner, non mi è ancora capitato, ma mi auguro presto di poter aiutare una coppia omosessuale nell’organizzazione del loro matrimonio, ne sarei felice, e non in quanto coppia omosessuale, ma perché significherebbe che finalmente lo Stato riconosce a queste coppie tutti i diritti che gli spettano.
Allora forse, saremo tutti uguali.
Alla prossima
Miss Planner e la Simo
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